La riabilitazione neuropsicologica permette di aumentare le capacità:
- per elaborare e utilizzare le informazioni,
- per migliorare le abilità nelle attività della vita quotidiana,
- nelle attività scolastiche e
- lavorative.
E’ un processo terapeutico volto al raggiungimento di cambiamenti nel funzionamento cognitivo.
Le basi
La riabilitazione neuropsicologica si basa sulla plasticità cerebrale, la capacità del cervello di modificarsi con l’esperienza: attraverso la stimolazione specifica e l’esercizio ripetuto si promuove il recupero della funzione.
Il cervello è in grado di riprendersi da episodi associati a morte cellulare, attivando processi rigenerativi che portano ad un certo grado di recupero funzionale.
Tale recupero viene intensificato da interventi esterni, quali la stimolazione e la riabilitazione cognitiva, l’attività fisica, l’esperienza sensoriale, l’interazione sociale.
L’esposizione ad un ambiente arricchito di stimoli induce effetti biologici multipli nel cervello, intensificando i processi che promuovono la formazione di nuove connessioni sinaptiche e la riorganizzazione del funzionamento dei circuiti neurali.
Le neuroscienze
Le cellule cerebrali si riproducono attraverso la neurogenesi, un tempo non si sapeva, ma poi è stato scoperto della formazione di nuove cellule nervose nel cervello adulto.
Importanti evidenze scientifiche, inoltre, indicano che, dopo una lesione, l’architettura cerebrale si riorganizza reclutando:
1) aree cerebrali normalmente non coinvolte in una determinata funzione;
2) aree omologhe dell’altro emisfero con funzioni compensatorie;
3) aree che circondano la lesione, che possono assumere la funzione perduta.
L’esercizio, la stimolazione cognitiva ed una dieta controllata favoriscono l’espressione di un fattore neurotrofico (Brain-derived Neurotrophic Factor , o BDNF), coinvolto nella regolazione della plasticità neurale, nella neurogenesi e nella sopravvivenza delle cellule nervose nel cervello adulto.
Rita Levi-Montalcini è stata una neurologa, accademica e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986. Nel 1951 scoprì l’esistenza delle neurotrofine nel cervello, individuando il Fattore di crescita neuronale o NGF (Nerve Grow Factor). Queste molecole intervengono nel trofismo e nella plasticità neuronale.
Un percorso a tappe
La riabilitazione delle capacità cognitive è un percorso mirato a tappe, che adatta i tempi e gli obiettivi alle possibilità soggettive della persona.
Si può proseguire finché si osserva un miglioramento delle abilità.
Il processo terapeutico coinvolge la persona, la famiglia ed il suo contesto di vita. Infatti molte sono le attività che si possono pianificare e svolgere con l’aiuto dei familiari per esercitare le capacità in modo specifico.
Attraverso l’identificazione di specifici obiettivi riabilitativi, si mira al raggiungimento della miglior qualità di vita possibile tenendo conto delle limitazioni e delle risorse disponibili.
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